Tutti i siti o i blog che si rispettino hanno uno spazio dove raccogliere suggerimenti, impressioni, considerazioni o commenti dei visitatori. Quello che si chiama in inglese feedback. Indipendentemente se mi conosci o meno; se leggi ciò che scrivo o no; se non ti piace quello che pubblico o se ritieni che sono articoli interessanti; se ti occupi di grafica e lavori in ambito creativo o se invece ti occupi di tutt'altro, lasciami comunque un tuo pensiero qui sotto. Se non hai mai visitato il mio blog c'è sempre una prima volta. Visita www.valeriobarbadesign.blogspot.it sfoglia i miei articoli e dammi un tuo parere personale. Grazie
Valerio Barba
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Wassily Kandinsky
Nacque a Mosca il 16 dicembre del 1866, da allora sono trascorsi ben 148 anni dalla sua nascita. Nel 1892 si laurea in legge, sposa la cugina Anja Cimiakin e quattro anni dopo rifiuta un posto di docente all'università di Dorpat in Estonia per studiare arte a Monaco di Baviera. Nel 1901 fonda il gruppo Phalanx, tra i suoi studenti conosce la sua futura compagna Gabriele Münter. Dipinge temi fantastici della tradizione russa e leggende del medioevo tedesco. Nel 1912 pubblica Lo Spirituale nell'Arte, in cui teorizza il rapporto tra forma e colore, alla base dell'astrazione. "Effetto fisico" ed "effetto psichico" sono per il pittore russo le due conseguenze dei colori, tra sensazioni momentanee da un lato e vibrazione trascendentale dall'altro.
Tante parole si potrebbero scrivere sulla sua apprezzata produzione artistica, ma vogliamo ricordarlo oggi con i significati e le proprietà che attribuì ai colori primari e secondari: sono i colori della sua vita e del suo prezioso lavoro, elementi essenziali dei suoi capolavori che l'artista associa anche al suono di alcuni strumenti musicali. Cominciamo quindi dal giallo che per Kandinsky è follia vitale, irrazionalità cieca. Utilizzando una metafora, è come il suono di una tromba. Ma il giallo è anche eccitazione che può generare nuove idee. L'azzurro invece, per il pittore russo, indica distanza. Lo strumento musicale che potrebbe rappresentarlo al meglio è il flauto.
Il blu invece, colore del cielo, è profondo: se è intenso può generare quiete, se vira sul nero diventa drammatico. Lo strumento musicale che si avvicina di più? Il violoncello. Il rosso è irrequieto, vivace, vitale. Se è scuro concilia la meditazione ed è paragonato al suono di una tuba. Energia e movimento sono espressi dal colore arancione che si può paragonare al suono di una campana o di un contralto. Il verde? Assoluta mobilità in un'assoluta quite. Fa annoiare, insomma, questo colore?
Piuttosto produce un appagamento e ha i toni semigravi del violino. Passiamo al viola, un colore instabile per Kandinsky, paragonabile al corno inglese, alla zampogna, al fagotto. Il marrone esprime invece ottusità, durezza, mancanza di dinamismo. Il grigio, come il verde, è ugualmente statico ma il muro di silenzio assoluto, sentito interiormente come non-suono, è il bianco. Ma il silenzio è come una battuta e l'altra di un'esecuzione musicale e prelude dunque altre note. Il bianco è vita, al contrario del nero, che è mancanza di luce e presagio di morte. La pausa finale di concerto anche se fa risaltare tutti gli altri colori.
La repubblica.it
Tante parole si potrebbero scrivere sulla sua apprezzata produzione artistica, ma vogliamo ricordarlo oggi con i significati e le proprietà che attribuì ai colori primari e secondari: sono i colori della sua vita e del suo prezioso lavoro, elementi essenziali dei suoi capolavori che l'artista associa anche al suono di alcuni strumenti musicali. Cominciamo quindi dal giallo che per Kandinsky è follia vitale, irrazionalità cieca. Utilizzando una metafora, è come il suono di una tromba. Ma il giallo è anche eccitazione che può generare nuove idee. L'azzurro invece, per il pittore russo, indica distanza. Lo strumento musicale che potrebbe rappresentarlo al meglio è il flauto.
Il blu invece, colore del cielo, è profondo: se è intenso può generare quiete, se vira sul nero diventa drammatico. Lo strumento musicale che si avvicina di più? Il violoncello. Il rosso è irrequieto, vivace, vitale. Se è scuro concilia la meditazione ed è paragonato al suono di una tuba. Energia e movimento sono espressi dal colore arancione che si può paragonare al suono di una campana o di un contralto. Il verde? Assoluta mobilità in un'assoluta quite. Fa annoiare, insomma, questo colore?
Piuttosto produce un appagamento e ha i toni semigravi del violino. Passiamo al viola, un colore instabile per Kandinsky, paragonabile al corno inglese, alla zampogna, al fagotto. Il marrone esprime invece ottusità, durezza, mancanza di dinamismo. Il grigio, come il verde, è ugualmente statico ma il muro di silenzio assoluto, sentito interiormente come non-suono, è il bianco. Ma il silenzio è come una battuta e l'altra di un'esecuzione musicale e prelude dunque altre note. Il bianco è vita, al contrario del nero, che è mancanza di luce e presagio di morte. La pausa finale di concerto anche se fa risaltare tutti gli altri colori.
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Valerio Barba, creativo, blogger, progettista grafico, amante dell'arte e del design,
studia e progetta campagne pubblicitarie, disegna caratteri tipografici, sperimenta tecniche artigianali, progetta marchi e identità visive, restyling e redesign marchi, disegna e realizza t-shirt personalizzate.
info: barbavaleriodesign@gmail.com
aggiungimi su facebook https://www.facebook.com/barbavaleriodesign
clicca mi piace https://www.facebook.com/valeriobarbadesign
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Il poster gigante da parete!
Dopo aver argomentato nei precedenti post il perchè dei i motivi che mi hanno spinto ad aprire questo blog (leggi il primo articolo ValerioBarbaDesign il Blog!) è doveroso fare una mini presentazione al lettore del chi scrive e ha ideato questo spazio.
Non vorrei peccare di egocentrismo e cercherò di essere il meno noioso possibile. Sono un creativo e ho studiato grafica per caso. Non ho avuto mai un'abilità nel disegno quale sintomo di un talento o un interesse innato. Ho da sempre avuto fin da bambino però una certa ammirazione per i poster, le riviste, i giornali e i libri come tutti, credo. E come tutti i bambini della mia età collezionavo figurine dei calciatori e schede telefoniche. Nella mia camera da dodicenne avevo poster dei calciatori appesi al muro. Successivamente ancora liceale e inconsapevole della strada che avrei intrapreso mi innamorai dei poster giganti da parete e ne feci mettere uno nella mia stanza. Una vista di una spiaggia caraibica con il mare, la vegetazione. Ricordo che era diviso in strisce verticali larghe mezzo metro incollate al muro.
Perchè quella scelta? Boh! Non so rispondere. In seguito decisi di abbandonare l'entusiasmo per il calcio per innamorarmi della musica. Quindi nella stanza i calciatori cedevano il posto ai cantanti e alle star del palcoscenico. La mia libreria si riempiva di libri e album musicali. Cominciavo ad indossare magliette con loghi e copertine di dischi. Iniziavo cosi a prendere parte all'organizzazione di eventi musicali curando mostre fotografiche a tema nell'ambito di associazioni giovanili.
La grafica ancora non era diventata la mia passione ma c'erano forti segnali. Finivo il liceo scientifico e inconsciamente mi avvicinai al mondo della grafica. Seguii un corso di cento ore quel tanto mi bastò per capire che dovevo iscrivermi in un accademia e cominciare a studiare progettazione grafica sul serio. Ora è passato qualche anno, ho lavorato in agenzie di grafica e stampa, agenzie web, ho fatto lavori da free lance, ho acquisito conoscenze che voglio qui condividere. Ho avuto un periodo di ripudio da ogni cosa che era software e quindi progettazione al computer cosi da avvicinarmi a lavori manuali. Taglierina, carte di ogni tipo, di ogni grammatura e colore, ossi, punteruoli, cartoncini. Ho cominciato ad apprezzare il packagin e l'art work. In sintesi, sono specializzato nella progettazione di marchi, siti web, font, immagine coordinata, grafica editoriale, manifesti, biglietti da visita, flyer.
Tutto ciò che risponde al nome di graphic design. Mi sono riappacificato con il mio pc coniugando l'attività manuale e artigianale con la grafica. Infatti una delle particolarità del mio lavoro è quella di applicare le competenze di grafica a tecniche artigianali come la serigrafia artigianale (metodo di stampa) e la pirografia (tecnica di incisione). Con il senno del poi posso dire tranquillamente di essere da sempre innamorato della grafica ma solo ora riesco a giustificare la scelta assurda di quel ragazzo che ha voluto mettere un poster gigante da parete nella sua stanza!
di Valerio Barba 21/04/2014
barbavaleriodesign@gmail.com
www.facebook.com/barbavaleriodesign
www.youtube.com/user/valeriobarbadesign
Non vorrei peccare di egocentrismo e cercherò di essere il meno noioso possibile. Sono un creativo e ho studiato grafica per caso. Non ho avuto mai un'abilità nel disegno quale sintomo di un talento o un interesse innato. Ho da sempre avuto fin da bambino però una certa ammirazione per i poster, le riviste, i giornali e i libri come tutti, credo. E come tutti i bambini della mia età collezionavo figurine dei calciatori e schede telefoniche. Nella mia camera da dodicenne avevo poster dei calciatori appesi al muro. Successivamente ancora liceale e inconsapevole della strada che avrei intrapreso mi innamorai dei poster giganti da parete e ne feci mettere uno nella mia stanza. Una vista di una spiaggia caraibica con il mare, la vegetazione. Ricordo che era diviso in strisce verticali larghe mezzo metro incollate al muro.
Perchè quella scelta? Boh! Non so rispondere. In seguito decisi di abbandonare l'entusiasmo per il calcio per innamorarmi della musica. Quindi nella stanza i calciatori cedevano il posto ai cantanti e alle star del palcoscenico. La mia libreria si riempiva di libri e album musicali. Cominciavo ad indossare magliette con loghi e copertine di dischi. Iniziavo cosi a prendere parte all'organizzazione di eventi musicali curando mostre fotografiche a tema nell'ambito di associazioni giovanili.
La grafica ancora non era diventata la mia passione ma c'erano forti segnali. Finivo il liceo scientifico e inconsciamente mi avvicinai al mondo della grafica. Seguii un corso di cento ore quel tanto mi bastò per capire che dovevo iscrivermi in un accademia e cominciare a studiare progettazione grafica sul serio. Ora è passato qualche anno, ho lavorato in agenzie di grafica e stampa, agenzie web, ho fatto lavori da free lance, ho acquisito conoscenze che voglio qui condividere. Ho avuto un periodo di ripudio da ogni cosa che era software e quindi progettazione al computer cosi da avvicinarmi a lavori manuali. Taglierina, carte di ogni tipo, di ogni grammatura e colore, ossi, punteruoli, cartoncini. Ho cominciato ad apprezzare il packagin e l'art work. In sintesi, sono specializzato nella progettazione di marchi, siti web, font, immagine coordinata, grafica editoriale, manifesti, biglietti da visita, flyer.
Tutto ciò che risponde al nome di graphic design. Mi sono riappacificato con il mio pc coniugando l'attività manuale e artigianale con la grafica. Infatti una delle particolarità del mio lavoro è quella di applicare le competenze di grafica a tecniche artigianali come la serigrafia artigianale (metodo di stampa) e la pirografia (tecnica di incisione). Con il senno del poi posso dire tranquillamente di essere da sempre innamorato della grafica ma solo ora riesco a giustificare la scelta assurda di quel ragazzo che ha voluto mettere un poster gigante da parete nella sua stanza!
di Valerio Barba 21/04/2014
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Siamo tutti designer!
Sono dell'idea che tutti possono accostarsi anche un attimo a quello che è design senza rimanere spaventati e quindi capirne il significato. Tutti compresa nostra madre come scrivevo nel precedente post.
Per questo motivo mi piace coinvolgere nei miei progetti le persone più diverse. E mi innervosisco anche quando esponendo le mie idee questi mi guardano come fossi un alieno. Non posso farci nulla, non riesco a farne a meno di renderli e rendervi partecipi. Vorrei rendere il tutto molto semplice anche ai non addetti ai lavori. Per me è un bisogno interiore quello di comunicare con gli altri. Per gli stessi motivi ho questo spazio sul web dove vi scrivo questo articolo. Chi vi sta parlando è un buon conoscitore del graphic design innamorato della progettazione e che possiede un bella libreria di volumi in merito a progettazione grafica e arte figurativa. In più è affascinato dalla storia, dall'archeologia e dal teatro.
E' un tipo abbastanza scontroso egocentrico e visionario che ama inventare storie e contenuti. Quindi prendete le sue parole con le dovute distanze. Innanzitutto, si scrive Design si legge Desaìn. Questa pronuncia non deve spaventarci. Il Design è tutto e niente e la traduzione letterale è progetto. Può riferirsi ad ogni cosa. Il significato varia a seconda della parola chiave o keywords che gli mettiamo davanti. Graphic, type, food, wood. Grafica, carattere, cibo, legno. Il graphic design è la progettazione grafica. Il type design è la progettazione di caratteri. Il food design è la forma del cibo. Il garden design è la progettazione giardini. L'interior design è la progettazione di interni e cosi via.
Come abbiamo visto sono concetti molto diversi ma hanno tutti un comune denominatore, la progettazione, che altro non è che la soluzione al problema, ovvero la risposta al bisogno di comunicare e creare qualcosa. Anche un giardiniere potrebbe essere un designer, un progettista. Un'artigiano. Un fabbro. Un falegname! Il compito del designer sta nel progettare un manifesto, una sedia, un giardino o una casa sempre rispettando i due concetti fondamentali: l'estetica e la funzionalità. Se è una lampada dovrà illuminare e consumare poco, se è un manifesto dovrà essere leggibile e diretto se è una casa dovrà essere abitabile e confortevole e cosi via.
La nostra creazione dovrà essere portatrice anche di contenuti ed ecco che entra in gioco l'estetica. Una casa in campagna che vuole rispettare i principi dell'ecosostenibilità non potrà mai essere progettata in cemento utilizzando colori da paesaggio urbano. Insomma l'estetica deve essere coerente con la funzionalità. La scelta dei colori e dei materiali si fa portavoce di concetti.
La stessa cosa per un oggetto o un manifesto pubblicitario. Il contenuto dovrà essere coerente con il contenitore. Chiunque abbia il motivo di progettare e inventare soluzioni a problemi reali può considerarsi un designer. Siamo tutti designer!
Per questo motivo mi piace coinvolgere nei miei progetti le persone più diverse. E mi innervosisco anche quando esponendo le mie idee questi mi guardano come fossi un alieno. Non posso farci nulla, non riesco a farne a meno di renderli e rendervi partecipi. Vorrei rendere il tutto molto semplice anche ai non addetti ai lavori. Per me è un bisogno interiore quello di comunicare con gli altri. Per gli stessi motivi ho questo spazio sul web dove vi scrivo questo articolo. Chi vi sta parlando è un buon conoscitore del graphic design innamorato della progettazione e che possiede un bella libreria di volumi in merito a progettazione grafica e arte figurativa. In più è affascinato dalla storia, dall'archeologia e dal teatro.
E' un tipo abbastanza scontroso egocentrico e visionario che ama inventare storie e contenuti. Quindi prendete le sue parole con le dovute distanze. Innanzitutto, si scrive Design si legge Desaìn. Questa pronuncia non deve spaventarci. Il Design è tutto e niente e la traduzione letterale è progetto. Può riferirsi ad ogni cosa. Il significato varia a seconda della parola chiave o keywords che gli mettiamo davanti. Graphic, type, food, wood. Grafica, carattere, cibo, legno. Il graphic design è la progettazione grafica. Il type design è la progettazione di caratteri. Il food design è la forma del cibo. Il garden design è la progettazione giardini. L'interior design è la progettazione di interni e cosi via.
Come abbiamo visto sono concetti molto diversi ma hanno tutti un comune denominatore, la progettazione, che altro non è che la soluzione al problema, ovvero la risposta al bisogno di comunicare e creare qualcosa. Anche un giardiniere potrebbe essere un designer, un progettista. Un'artigiano. Un fabbro. Un falegname! Il compito del designer sta nel progettare un manifesto, una sedia, un giardino o una casa sempre rispettando i due concetti fondamentali: l'estetica e la funzionalità. Se è una lampada dovrà illuminare e consumare poco, se è un manifesto dovrà essere leggibile e diretto se è una casa dovrà essere abitabile e confortevole e cosi via.
La nostra creazione dovrà essere portatrice anche di contenuti ed ecco che entra in gioco l'estetica. Una casa in campagna che vuole rispettare i principi dell'ecosostenibilità non potrà mai essere progettata in cemento utilizzando colori da paesaggio urbano. Insomma l'estetica deve essere coerente con la funzionalità. La scelta dei colori e dei materiali si fa portavoce di concetti.
La stessa cosa per un oggetto o un manifesto pubblicitario. Il contenuto dovrà essere coerente con il contenitore. Chiunque abbia il motivo di progettare e inventare soluzioni a problemi reali può considerarsi un designer. Siamo tutti designer!
di Valerio Barba 20/04/2014
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ValerioBarbaDesign il Blog!
Finalmente è nato! Un'attesa durata cinque anni dal suo concepimento! Oggi diciannove aprile duemilaquattordici vede la luce ValerioBarbaDesign il blog, dedicato completamente a tutto ciò che è grafica e più in generale all'arte, alla creatività e al design.
<< Ho freddo. Sono appena nato. Sono nudo, umidiccio. Ma presto muoverò i primi passi e diventerò grande >>. Il blog sarà uno spazio virtuale che raccoglierà articoli e lavori altrui degni di nota, appunti e progetti personali che spazieranno dal graphic-design pensato al computer fino alla pirografia tecnica di incisione realizzata a mano sul legno; dalla creazione di contenuti web come icone, bottoni, banner fino alla serigrafia artigianale tecnica di stampa mediante l'uso di un telaio.
ValerioBarbaDesign il blog vuole essere un ponte immaginario tra il mondo analogico e quello digitale, un punto di incontro tra passato e presente. Design, arte, creatività, stampa, fotografia, illustrazione saranno solo alcuni dei temi di cui si parlerà all'interno di questo contenitore. Non mancheranno di certo citazioni di grandi figure che più o meno consapevolmente hanno dato molto alla grafica. Duchamp, Kandinskij, Keith Haring, Rodshenko, Bob Noorda, Neville Brody, Herbert Lubalin, Bruno Munari. Pittori, designer, street artist, art director e grafici, figure completamente diverse saranno i riferimenti presenti in questo blog.
Si parlerà di visual identity, brand image, advertising, viral marketing e molto altro ancora! Nato principalmente dall'esigenza personale di comunicare dei concetti ValerioBarbaDesign il blog vuole essere uno spazio per tutti. Si! Anche per vostra madre e per tutte quelle persone che faticano a capire la creatività e guardano noialtri come marziani. Come diceva Haring, famoso writer statunitense, "l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento di pochi, è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare." Ecco a me, vi dico la verità, piacerebbe lavorare allo stesso fine.
di Valerio Barba 19/04/2014
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ValerioBarbaDesign il blog vuole essere un ponte immaginario tra il mondo analogico e quello digitale, un punto di incontro tra passato e presente. Design, arte, creatività, stampa, fotografia, illustrazione saranno solo alcuni dei temi di cui si parlerà all'interno di questo contenitore. Non mancheranno di certo citazioni di grandi figure che più o meno consapevolmente hanno dato molto alla grafica. Duchamp, Kandinskij, Keith Haring, Rodshenko, Bob Noorda, Neville Brody, Herbert Lubalin, Bruno Munari. Pittori, designer, street artist, art director e grafici, figure completamente diverse saranno i riferimenti presenti in questo blog.
Si parlerà di visual identity, brand image, advertising, viral marketing e molto altro ancora! Nato principalmente dall'esigenza personale di comunicare dei concetti ValerioBarbaDesign il blog vuole essere uno spazio per tutti. Si! Anche per vostra madre e per tutte quelle persone che faticano a capire la creatività e guardano noialtri come marziani. Come diceva Haring, famoso writer statunitense, "l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento di pochi, è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare." Ecco a me, vi dico la verità, piacerebbe lavorare allo stesso fine.
di Valerio Barba 19/04/2014
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