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Art Work!

Di seguito una raccolta di copertine più o meno conosciute della storia della musica con info e curiosità. Valerio Barba




Nel 1994 esce Enjoy CCCP, compilation che raccoglie brani dei CCCP Fedeli alla linea, gruppo musicale punk rock italiano, ampiamente considerato uno dei più importanti e influenti nell'Italia degli anni ottanta. Sulla copertina del disco, il nome della band è scritto bianco in campo rosso a imitazione della grafica e dei caratteri del marchio della Coca-Cola.

La copertina del vinile di London Calling firmatoThe Clash, è celebre per la fotografia di Paul Simonon che spacca il basso sul palco e per la grafica che riprende il primo album di ELVIS PRESLEY. L'immagine volle essere un omaggio a Presley, con cui si vollero comparare per la temerarietà nelle scelte musicali e per indicare il loro riavvicinamento alle radici del rock.



Fear of the Dark - Iron Maiden (Released May 11th 1992) Art by Derek Riggs, illustratore inglese, noto soprattutto per aver creato Eddie, la mascotte del gruppo musicale heavy metal britannico Iron Maiden, e per aver disegnato tutte le copertine dei loro album fino al 1990.
 

Queen #Innuendo - "L'autre monde" è il titolo della#serigrafia di un artista francese dal quale è tratta la copertina dell'album ultimo disco con Freddie Mercury. L'autre monde l'altro mondo ne annunciava la scomparsa.


17 re è il terzo album in studio della rockband italiana Litfiba. La copertina presenta un cuore sacro cinto di spine attorniato da colore graffiato. L'immagine è stata realizzata dal manager Alberto Pirelli passando della trielina su un'immagine sacra, come bozza per mostrare il progetto per la copertina: il cuore di Cristo, re dei re, per simboleggiare i 17 re. 

Linea Gotica secondo album in studio del Consorzio Suonatori Indipendenti. Dalla copertina di ‘'Linea Gotica‘' si capisce come i C.S.I. non hanno lasciato nulla al caso. L'immagine rappresenta una vetrata della cattedrale di Sarajevo distrutta dai bombardamenti che non guardano in faccia niente e nessuno. Anche un'immagine sacra come quella raffigurata nella copertina non ha scampo alla violenza. 

Terremoto è il sesto album in studio della rockband italiana Litfiba. Il disco è caratterizzato da un suono molto duro e aggressivo, percorso da una vena di forte critica sociale e politica. Il logo del gruppo su questo album riprende quello dei Metallica, ad indicare le sonorità presenti in esso.


I buoni e i cattivi è un album del 1974 di Edoardo Bennato. Sulla copertina si vedono due gendarmi in alta uniforme con tanto di pennacchio sul cappello. Lo scatto lascia il dubbio all'interpretazione. Infatti non è chiaro se sono i gendarmi ad arrestare Edoardo o viceversa, quasi a volere sottolineare che la linea indefinita che c'è tra I buoni e i cattivi.


Abbey Road - The Beatles 1969 - Photo by Iain McMillan Photography. Si dice che l'immagine evochi una processione per la scomparsa di uno dei Beatles, Paul McCartney l'unico ad essere fotografato a piedi nudi. (nel Regno Unito i morti vengono sepolti scalzi)


Nevermind Nirvana- settembre 1991. Nella copertina un bambino in tenerissima età, nuota nell'aqua limpida di una piscina inseguendo una banconota da un dollaro infilata in un amo. Un'idea semplicissima ma piena di significati, per esprimere la convinzione che l'essere umano insegue il denaro dal momento in cui nasce.
The Wall - Pink Floyd 1971 - La copertina dell'album è particolarmente semplice ed è un chiaro riferimento al tema dello stesso. Essa è costituita da un muro formato da mattoni bianchi contornati di nero. Un muro come metafora concettuale. L'autore è Gerald Scarfe illustratore britannnico.
Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols -Sex Pistols 1977 - L'autore della copertina, Jamie Reid, usa la tecnica del collage di lettere ritagliate da giornali per la composizione del lettering con l'ausilio di due colori molto forti come il giallo e il fucsia. La particolarità dell'album è che è stato l'unico dei Pistols cosi come la copertina che nel suo stile è rimasta nella storia della musica come il lettering geniale usato da Reid usato in molti altri contesti.
Strange Days (album) 1977 - The Doors - La copertina dell'Album è molto strana ed originale, opera del famoso fotografo Joel Brodsky. La "location" della fotografia è a Sniffen Court, un vicolo storico della 36esima Strada a Manatthan, tra Lexington Avenue e la Terza Avenue. Leggi di più -->> http://valeriobarbadesign.blogspot.it/2015/07/the-doors-art-work.html

David Bowie - Pinups 1973 - Questo scatto era realizzato da Justin de Villeneuve per la copertina della rivista di moda Vogue. Ma a Bowie piacque così tanto che decise di utilizzarla per il suo album.
The Velvet Underground 1967 - La famosissima banana è stata disegnata da ANDY Wharol. E' presto diventata un icona rock da emulare. In una edizione limitata del disco la banana poteva essere "sbucciata" grazie a una pellicola adesiva posta sulla prima di copertina del disco.
IL 5 settembre del 1946 nasceva a Zanzibar Farrokh Bulsara, in arte Freddie Mercury. Fondatore nel 1970 dei Queen, gruppo rock britannico, icona indiscussa del glam rock è ricordato per il talento vocale e la sua esuberante personalità sul palco. Nel 1972, Mercury, grazie alla sua formazione come grafico al Ealing Art College di Londra, disegnò il logo dei Queen Leggi tutto --->> http://valeriobarbadesign.blogspot.it/2015/09/




Espositori pubblicitari

Espositore da ufficio Italia Executive Studio Europeo di progettazione e relazioni internazionali Realizzazione e progetto grafico a cura di Valerio Barba  


Oggi su www.valeriobarbadesign.blogspot.it scopriremo le fasi di progettazione grafica che porteranno alla realizzazione di un espositore da ufficio professionale.


Iniziamo col dire  che gli espositori pubblicitari detti anche roll up sono uno di quei prodotti che un buon graphic designer conosce e progetta insieme ai materiali di ufficio che fanno parte dell'immagine coordinata di una società.

Coerentemente con il resto dell'identità visiva realizzata e presente nell' ufficio, il roll up necessita di un visual essenziale che sia la declinazione più efficace del marchio della società. Non è pensabile ridurre l'espositore da ufficio alla sua semplice realizzazione fine a se stessa. La progettazione dovrà riportare il logo, i colori e i concept della società. I roll up rappresentano una delle soluzioni più pratiche ed efficaci per la pubblicizzazione dei propri prodotti o della propria azienda sopratutto durante fiere expo o convegni, ma nessuno vieta l'utilizzo per interni.  Sono solitamente con la struttura in alluminio più o meno solida. Un roll up da tenere in ufficio può anche avere una struttura meno leggera in quanto non dovrà essere trasportato e non saranno soggetti a spostamenti d'aria.

I Roll up sono realizzati in Pvc materiale plastico sul quale avverrà la stampa e sono sorretti da un asta verticale che grazie a una base solida mantiene il roll up in equilibrio. Le dimensioni standard sono 85x200 cm, 100x200 cm, 150x200 cm.  La struttura più semplice è quella monofacciale, solo fronte. La struttura bifacciale, invece, permette di rendere visibile la grafica su entrambi i lati del roll up. Durante la fase di progettazione dobbiamo essere sicuri che stiamo lavorando con software di progettazione grafica vettoriale o che le immagini che andremo ad inserire siano di una qualità ottimale cosi da non avere sorprese in fase di stampa. L'effetto volgarmente detto sgranato sul roll up non è sinonimo di  professionalità.  Il consiglio è di usare uno stile iconico e semplice ed utilizzare  un programma vettoriale, in quanto la sua potenzialità sta nel produrre artefatti di risoluzione ottimale come in foto. 

Se non potete fare a meno di inserire immagini e sfumature utilizzate file di altissima qualità. Prima di iniziare a progettare sul pc, considerate sul vostro documento formato finito sempre un margine dal bordo del roll up in larghezza e in altezza. Parte del pvc (superiore e inferiore) sarà inserita nei supporti di alluminio, quindi oltre allo spazio da lasciare per mantenere la grafica lontana dal bordo con il rischio di essere tagliata considerate anche quella nascosta. Una volta preparato il file in formato pdf siamo pronti per la stampa, che avverà con un plotter, la stessa macchina che stampa banner e striscioni. Una volta rifilato lo stampato, il pvc viene montato sulla struttura in alluminio che ricordiamo essere avvoglibile. Il roll up è pronto per essere richiuso in una borsa ed essere trasportato in ufficio!

Valerio Barba

Bandiera Europea: disegno e curiosità


La bandiera europea è di forma rettangolare e di proporzioni 3 per 2, con la lunghezza una volta e mezza l'altezza. Al centro del vessillo di colore blu hanno sede dodici stelle d'oro a 5 punte poste in posizione circolare, ciascuna con la punta rivolta verso l'alto. Le dodici stelle sono sinonimo di armonia e solidarietà.

Il numero dodici è “un simbolo di pienezza"  dodici come le tribù di Israele, dodici come gli apostoli, dodici come le ore dell'orologio, dodici come i mesi dell'anno, dodici come i segni dello zodiaco. Nel 1986, l'Unione Europea adottò ufficialmente la bandiera del Consiglio d'Europa, mentre quest'ultimo adottava un nuovo simbolo cui al circolo di stelle si sovrapponeva una orrenda "C" corsiva.

« Dodici stelle dorate sono allineate ad intervalli regolari lungo un cerchio ideale il cui centro è situato nel punto d'incontro delle diagonali del rettangolo. Il raggio del cerchio è pari a un terzo dell'altezza del ghindante. Ogni stella ha cinque punte ed è iscritta a sua volta in un cerchio ideale, il cui raggio è pari a 1/18 dell'altezza del ghindante. Tutte le stelle sono disposte verticalmente, cioè con una punta rivolta verso l'alto e due punte appoggiate direttamente su una linea retta immaginaria perpendicolare all'asta. Le stelle sono disposte come le ore sul quadrante di un orologio e il loro numero è invariabile. »

La bandiera europea è nata come un simbolo mariano. 
A dichiararlo è stato Arséne Heitz il grafico che partecipò e vinse il bando del Consiglio d’Europa nel 1950. Egli è rimasto poco noto ma il suo disegno parla di Maria e si riferisce ed è stato ispirato dal noto passo dell’Apocalisse in cui si parla delle dodici stelle: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.Per disegnare il bozzetto il giovane designer si ispirò alla medaglietta miracolosa che portava al collo: riprodusse le stelle in cerchio, scelse il sfondo di azzurro mariano, colorò le stelle di bianco per ricordare l’Immacolata concezione. 

Il colore di base della bandiera è il blu scuro, precisamente il "Blu Reflex Pantone"  che corrisponde al colore RGB: 0/51/153 e CMYK: 100/80/0/0/ mentre le stelle sono gialle, o più precisamente del "Giallo Pantone"  che corrisponde al colore RGB:255/204/0 CMYK 0/100/00. Una seconda versione della proposta di bandiera, con gli attuali 25 paesi, è stata realizzata nel 2004 ed quella adottata della presidenza austriaca come logo ufficiale, una presidenza che si è fatta riconoscere per la particolare attenzione dedicata, fin dall'inizio, alla comunicazione visiva. Di seguito un'esempio della declinazione del marchio che altro non è l'insieme delle bandiere appartenenti all'UE. 



Accessibilità



" Un simbolo abbatte le barriere linguistiche, la principale funzione del graphic design non è quella di essere bello, ma di funzionare ovunque e per chiunque rendendo le informazioni accessibili al maggior numero di persone contemporaneamente. La comunicazione visiva non interagisce con l'interpretazione ma con la percezione di un contenuto. "

Come realizzare un calligramma!

Sei un grafico amante del disegno delle lettere? Sei un appassionato di scrittura e poesia? Ti piace l'arte in particolare quella futurista? Allora questo è l'articolo che fa per te!  Oggi su ValerioBarbaDesign il blog, cercheremo di capire insieme come realizzare un'illustrazione tipografica o come viene chiamato in un linguaggio grafico, calligrammaSe sei convinto di realizzare un calligramma devi sapere che è un termine composto da due parole greche: καλoς (pronuncia; calòs), 'bello', e γραμμα (pronuncia: gràmma), 'carattere', 'lettera'. Il calligramma o carma figurato è un tipo di componimento poetico fatto per essere guardato e contemplato oltre che per essere letto. Nei calligrammi, il poeta disegna attraverso la scrittura un oggetto relazionato al tema principale della poesia.  Se vuoi realizzare un calligramma e non sai da dove partire segui questo semplicissimo tutorial e in tre semplici passi diventerai un creatore di calligrammi al pari di Guillaume Apollinaire poeta, scrittore e drammaturgo francese di fine 800 e di Filippo Tommaso Marinetti fondatore del Futurismo, unica avanguardia Italiana. 



Innanzitutto per realizzare un calligramma devi scegliere un aforisma, una frase, un concetto da rappresentare, un contenuto testuale. Io ho scelto la prima parte dell'undicesimo articolo  tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana. 
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;





Come secondo passo bisogna individuare un simbolo un immagine una forma che rappresenti un secondo concetto che abbia una relazione con il contenuto del testo. Quindi trovare un simbolo che sia coerente con le idee espresse nel contenuto. Nell'esempio dato si potrebbe scegliere il disegno geografico dell'Italia, un disegno che evochi la guerra, la libertà ecc.




Io ho scelto il simbolo della pace. Il simbolo dovrà essere semplice, non troppo dettagliato. Così ho inscritto il contenuto testuale all'interno della forma mettendo in evidenza alcune parole. Italia, Guerra, Libertà. Ho riprodotto la circonferenza del simbolo scrivendo in maniera circolare il testo e utilizzando gli spazi obliqui. In tre semplici passaggi hai imparato come realizzare un calligramma!





Come creare un logo in cinque minuti!

Hai bisogno di creare un logo per la pizzeria del quartiere, per la confraternita di S.Antonio o per la Pro loco di un paesino in Abruzzo sperduto tra le montagne oppure per il tuo banco di mele al mercato in piazza e non sai come fare? Non hai conoscenze in merito ne conosci un tuo lontano parente che qualche volta ha giocato a fare il grafico? Nessun problema! Non ti preoccupare, ti bastano cinque minuti e una connessione Internet (anche 56 K va bene)!   

Se vuoi imparare a creare un logo in cinque minuti per la tua attività, collegati su Google Immagini e digita nella ricerca il nome della attività per la quale vuoi creare il logo. All'istante compariranno una serie di immagini bellissime che Google ha cercato per te che si riferiscono alla tua parola. Incredibile eh!
Adesso, scegli attentamente per qualche secondo l'immagine che più ti piace e cliccaci sopra. Non preoccuparti se questa immagine l'hanno utilizzata miliardi di persone per il loro logo oppure se è protetta da diritto d'autore quella clausola che vieta l'utilizzo perchè proprietà di qualcuno, siamo in Italia e che sarà mai se la nostra piccolissima azienda agricola di mele ha lo stesso marchio della Apple?! 

Una volta fatta la tua scrupolosa scelta, (la mela a colori è bellissima) fai click con il  pulsante destro del mouse sulla foto, e se la tua connessione è ancora attiva malgrado il temporale che ha distrutto l'unico traliccio che portava la linea telefonica in paese salva immagine con nome oppure trascinala sul desktop. 
Ora apri il programma Paint, software utilizzato per la progettazione grafica professionale di loghi e marchi in dotazione con Windows 98 e apri il file che hai scaricato GRATUITAMENTE.  TI si aprirà una finestra con il tuo logo su un foglio bianco e una palette di strumenti sulla sinistra. 
Adesso sei in grado come un pittore sulla sua tela di modificare a tuo piacimento l'immagine scaricata da Google. Eccezionale direi eh!  Ricordati il tuo logo deve essere colorato e bello come un opera d'arte, non deve interessarti che sia  originale funzionale e leggibile! 

 Ora scegli il pulsante gomma a forma di GOMMA e cancella quella scritta che sembra una parolaccia. (Think different). Poi scegli il pulsante testo riconoscibile da una A e scrivi il nome della tua piccolissima azienda agricola di mele! Il carattere per il tuo testo va benissimo quello standard! A chi importa il disegno dei caratteri e anni di storia in materia tipografica? Dai un nome originale mi raccomando alla tua azienda, non vorrai che si confonda con qualche tuo competitor e che non rimanga impressa nella mente delle persone. Il nome Mela per la tua azienda di mele è geniale! Poi vai su file e clicca salva con nome. 
Et voilà il gioco è fatto! In cinque minuti hai realizzato il tuo logo senza conoscenze in merito e gratuitamente in tempo da stamparlo sui volantini per la sagra del paese! Non perdere il prossimo articolo su come realizzare magliette gratis con la tua stampante di casa!
Questo articolo è dedicato a tutte quelle persone che ignorano il fatto che il progettista grafico sia una figura professionale e che credono che per fare un logo, un manifesto, una brochure ci vogliono cinque minuti e 0 competenze!     


Di Valerio Barba progettista grafico, creativo, amante dell'arte e del design, progetta marchi e identità visive, sperimenta tecniche artigianali, stampa serigrafica e incisione sul legno.






  

Falce e martello: la storia di un simbolo

[...] La falce e martello è un simbolo politico del movimento operaio. Dapprima simbolo condiviso delle organizzazioni socialiste e comuniste, nel corso del Novecento la "falce e martello" è diventato il simbolo del comunismo per eccellenza, divenendo emblema classico dei partiti comunisti. 

Sin dal medioevo il martello, spesso associato ad altri attrezzi, identificava negli stemmi le corporazioni artigianali. Le organizzazioni proletarie dell'Europa occidentale scelsero il martello come proprio simbolo di classe nella seconda metà del XIX secolo. Questi due emblemi del lavoro vennero adottati già dai partiti della seconda Internazionale, fondata a Parigi nel 1889, e si trovarono anche sulla copertina della prima edizione tedesca del Manifesto del Partito comunista di Marx ed Engels del 1848, ma apparvero per la prima volta in posizione "incrociata" nel 1917, durante la Rivoluzione d'Ottobre.

Alla vigilia della rivoluzione russa il martello era un simbolo della classe operaia diffuso e riconosciuto tra le file del movimento rivoluzionario russo, mentre nell'araldica russa dell'epoca la falce è frequente negli stemmi di molti villaggi e cittadine, a rappresentazione del raccolto e del lavoro agricolo. I due attrezzi vennero scelti come simboli (comunque non esclusivi) della classe lavoratrice e rappresentavano l'unità tra i lavoratori agricoli e industriali. Fu Lenin a decidere di sovrapporli nella maniera popolarmente conosciuta, mentre fu la vittoria della rivoluzione bolscevica a decretarne il successo. Fonti non del tutto accreditate riferiscono invece che la falce e martello fecero la loro prima comparsa nella storia come emblema del vessillo di un battaglione napoleonico, durante la battaglia di Austerlitz. Nella neonata Russia sovietica, il simbolo della falce e martello fu adottato per decisione governativa tra la fine di marzo e l'inizio di aprile del 1918 e ratificato nel V congresso dei Soviet il 10 giugno 1918.
 La sua prima apparizione su un documento ufficiale è del 26 giugno 1918, su un documento del Sovnarkom della RSFSR.



 Fino ai primi anni del Novecento il movimento operaio italiano era rappresentato da una molteplicità di simboli che facevano riferimento agli strumenti del lavoro manuale. La falce era già presente su molti vessilli delle leghe contadine ancor prima dell'utilizzo "ufficiale" nel simbolo sovietico. Dal 1919 anche il Partito Socialista Italiano adottò ufficialmente come simbolo quello ufficiale dei Soviet (falce e martello su sole nascente in corona di spighe), soprattutto a causa della riforma elettorale che consigliava l'unificazione dei simboli sul piano nazionale. 

 Il PSI successivamente mutò il proprio simbolo dopo la scissione del 1921 del Partito Comunista d'Italia (che mantenne il simbolo dei Soviet aggiungendoci una stella per affermare l'appartenenza alla III internazionale) apponendo sotto il simbolo della falce e martello un libro aperto [...]

Wikipedia

Carta intestata. La progettazione secondo Vignelli

Quando si parla di progettazione grafica, conosciuta volgarmente come "grafica pubblicitaria" , solitamente l'uomo comune non conosce quale sia la varietà di prodotti che un graphic designer può progettare. E' il caso della carta intestata e della modulistica che da fuori sembrerà pure un lavoro noioso da impiegato d'ufficio senza conto, ma che in realtà (se si è all'interno del settore) ha anch'esso la sua buona dose di fascino e creatività. Riporto un breve estratto dal Canone Vignelli, un importante manuale che racchiude la filosofia progettuale del famoso designer italiano. Di seguito il paragrafo dedicato alla carta intestata e alla gabbia tipografica. Valerio Barba 

Dopo aver stabilito un margine esterno di 10 mm dai bordi della pagina, dividiamo lo spazio in tre colonne destinando quella a sinistra per il logo o lasciandola vuota. Le altre due saranno usate per il testo. Lo schema generale asimmetrico comunica un senso di modernità.

In cima metteremo il nome della compagnia in modo che inizi e termini nella seconda colonna, in maniera che sia centrata sulla pagina. Se abbiamo realizzato una gabbia di sei moduli orizzontali, metteremo l’indirizzo del ricevente nel secondo modulo, seconda colonna.
 La prima piegatura della carta coinciderà col terzo modulo da dove inizierà il testo della lettera scritta con giustificazione a sinistra occupante fino al margine destro. 
A volte potremmo posizionare il logo o il simbolo sulla prima colonna proprio sotto la prima piegatura. Di solito mettiamo l’indirizzo del mittente in fondo alla pagina dividendo le informazioni tra la seconda e la terza colonna.

 L’aspetto definitivo della lettera sarà determinato nel momento in cui verrà completata col suo contenuto. 
In questo esempio ogni elemento occupa la sua propria posizione con la sua propria gerarchia.
La scelta giusta del carattere darà il look definitivo alla carta intestata. 
Ovviamente questa è solo una delle possibili combinazioni in accordo coi nostri canoni.
 Lo scopo di questo esempio è solo quello di mostrare l’uso di una gabbia nella carta intestata. Un altro tipico esempio di carta intestata è quello progettato attorno al suo asse centrale.
Per questo tipo di carta intestata disegneremo una gabbia di cinque colonne, delle quali una è per il margine sinistro, tre sono per il testo e una per il margine destro. Posizioneremo il logo in cima sulla colonna centrale. L’indirizzo sarà posizionato sul terzo modulo, allineato a sinistra sulla seconda colonna.
L’aspetto finale è maggiormente indicato per dare un tocco più tradizionale.
[…]
Naturalmente lo stesso approccio verrà usato per creare il modulo di un fax, una fattura o qualsiasi altro tipo di carta intestata. Il concetto fondamentale non cambia. Una pagina viene organizzata dalla gabbia e le informazioni vengono posizionate nel posto corretto che è sempre in relazione alla gabbia stessa. 
Lo scopo della gabbia è prevenire un posizionamento casuale e privo di significato delle informazioni sulla carta stampata. Ovviamente esistono molti modi di farlo, alcuni più ispirati altri meno.
Le immagini forniscono diversi esempi di layout per carte intestate. È come la musica dove cinque linee e sette note permettono infinite composizioni. È la magia della gabbia. Il canone Vignelli

Sei proprio il mio typo

Il libro che ho appena acquistato è che voglio consigliare oggi è di Simon Garfield. Sei proprio il mio typo, sottotitolo, la vita segreta dei caratteri tipografici. Ebbene si. Bisogna sapere che i caratteri tipografici o font che dir si voglia non solo hanno una vita più o meno nota, ma hanno una storia e un creatore, una fonderia, una casa di produzione. Cosa più importante sono portavoci un messaggio che non è solo relativo al contenuto semantico ma è l'espressione delle qualità grafiche. Di seguito la descrizione e le note di copertina del libro. 
Valerio Barba 

<< I caratteri esistono già da 560 anni. Perciò quando il britannico Matthew Carter creò il Verdana e il Georgia sul suo computer degli anni '90, come differenziò le sue A e le sue B da quelle esistenti? E come avrà fatto un suo amico a inventare il Gotham, la font che ha aiutato Barack Obama a diventare presidente? E cosa rende un carattere presidenziale o americano oppure britannico, francese, tedesco, svizzero o ebreo? Si tratta di misteri oscuri e questo libro vuole provare a svelarvi.>>

Pressoché sconosciute fino a vent'anni fa, grazie all'avvento della tecnologia informatica oggi le font sono a tutti gli effetti protagoniste del nostro quotidiano. Ma quali sono state le tappe che le hanno portate a uscire dalla ristretta cerchia di addetti ai lavori e di qualche sparuto appassionato? La risposta è in questo saggio di Simon Garfield, che rappresenta un autentico compendio della secolare storia della tipografia, da Gutenberg ai giorni nostri, che conta oltre centomila tra font e caratteri tipografici, ognuno con le sue peculiarità e le sue alterne fortune. Condito di aneddoti sul design delle parole intorno a noi, "Sei proprio il mio typo" si impone come testo di riferimento per quanti desiderano conoscere l'affascinante mondo delle font che, come sottolinea l'autore, non sono il semplice disegno di lettere dell'alfabeto, ma costituiscono un vero e proprio veicolo di emozioni. E, come vedremo, è proprio in virtù di questa loro innata capacità comunicativa che, in molti casi, sono finite per diventare icone universalmente riconoscibili, scolpite per sempre, nel bene e nel male, nell'immaginario collettivo di ogni epoca e latitudine.

Simon Frank Garfield (nato il 19 marzo, 1960) è un giornalista e un autore britannico. Ha studiato presso l'University College School indipendente in Hampstead, Londra, e alla London School of Economics, dove è stato direttore esecutivo di The Beaver.

Blu di Michel Pastoureau

[...] Nella scienza greca e poi romana, certe teorie riguardanti la visione sono molto antiche e attraversano i secoli senza evolversi; altre sono più recenti e dinamiche. Tre grandi correnti si contrappongono. La prima esposta da Pitagora sei secoli prima di Cristo, ipotizza che dai raggi escano dall'occhio e vadano a cercare la sostanza e le qualità degli oggetti visti; fra tali qualità figura naturalmente il colore. La seconda proposta tra gli altri da Epicuro, sostiene invece che siano i corpi stessi a emettere raggi o particelle che si dirigono verso l'occhio. La terza più recente a partire dai secoli IV III avanti Cristo, considera, sulla scia di Platone, che la visione dei colori proviene dall'incontro di un fuoco visivo uscito dall'occhio e di raggi emessi da corpi percepiti [...]  Michel Pastoureau

Ormai è il colore preferito dalla maggior parte delle persone, eppure la storia ci insegna che non è sempre stato così: presso gli antichi Greci e Romani, per esempio, il blu aveva una connotazione fortemente negativa, tanto da essere associato agli spregevoli Barbari. A documentare la lenta ma progressiva inversione di tendenza che lo riguarda è un esperto in materia come Michel Pastoureau, che ripercorre le principali tappe di questo significativo rovesciamento e da vita a un articolato excursus storico che mette in luce l'uso quotidiano, la "rivalità" con gli altri colori, il valore simbolico, il ruolo economico, artistico e letterario che il blu ha avuto dal Neolitico sino ai giorni nostri. Considerato un fatto sociale in piena regola, il blu e le sue alterne fortune rappresentano pertanto il ritratto in continuo divenire di una società, quella umana, costantemente impegnata a fissare e ridefinire la propria scala di valori.

Michel Pastoureau (Parigi, 17 giugno 1947) è uno storico, antropologo e saggista francese. figlio dello scrittore francese Henri Pastoureau, dopo gli studi da archivista presso l’École nationale des chartes, dal 1972 al 1982 lavora al Cabinet des medailles dellaBibliothèque nationale de France. Dirige l'École pratique des hautes études, presso cui è titolare dal 1983 della cattedra di Storia della simbologia medievale. È membro dell’Académie internationale d'héraldique e vice presidente della Sociéte française d’héraldique. Autore di numerosi saggi di araldica, numismatica, sigillografia, ha svolto estese ricerche su bestiari e simboli medievali ed è conosciuto soprattutto come storico del colore[1]. Nel 1996 ha ricevuto la laurea honoris causa presso l’Università di Losanna. Nel 2010 con il saggio I colori dei nostri ricordi, uscito in Francia con l'Éditions du Seuil, ha vinto il Prix Médicis.

Henri de Toulouse-Lautrec in mostra!

Manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine. Attraverso questa esposizione sarà possibile conoscere a tutto tondo l'opera grafica di Henri de Toulouse-Lautrec, indiscusso innovatore delle tecniche di stampa fine Ottocento e della riproduzione su vasta scala del manifesto pubblicitario. Di seguito solo alcune immagini che documentano la visita al museo dell'Ara Pacis a Roma dove è allestita la mostra.

Valerio Barba







The Vignelli Canon



















Il famoso designer italiano Massimo Vignelli ci lascia intravedere in questo libro la sua idea di buon design, le sue regole e i suoi criteri. Egli utilizza numerosi esempi per tradurre le domande in pratica - dalla progettazione del prodotto, alla segnaletica, alla progettazione grafica e di identità visiva. Mette così a disposizione dei giovani designer un importante manuale che, nella sua chiarezza, sia in termini di problematiche che visivamente è interamente riservato al moderno design targato Vignelli.
Aiap

Ora che l’euforia provocata dal miracolo dell’ universo elettronico è scemata trai designer grafici, aprendo la strada al riconoscimento che anche il più ingegnoso software non potrà mai rimpiazzare i principi basilari di un buon design, Massimo Vignelli ci offre il suo canone del design. Questo piccolo libro, è portatile quanto un coltellino svizzero, ed è ugualmente utile.  Non il testamento di una star del passato, Questo manuale è invece il credo completamente contemporaneo di un osservatore critico ed impegnato degli sviluppi tecnologici, di uno per il quale le regole del design graficonon sono cambiate dall’epoca analogica - punto di vista che condivido. Sono felice di pubblicare “The Vignelli Canon”,che riassume la struttura elegante e assolutamente moderna del suo lavoro, dagli inizi del 1960. Questo libro fornirà a molti designer, linee guida essenziali verso le loro stesse realizzazioni. 
Prefazione di Lars Muller