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Un nuovo marchio per Catania

La progettazione grafica, la comunicazione visiva, la "grafica pubblicitaria" usando un linguaggio più comune è una disciplina seria. Non basta avere un po di creatività o saper tenere in mano una matita per realizzare artefatti visivi. Non basta essere architetti o artisti per disegnare un nuovo marchio. Ci sono poche regole precise da rispettare e da conoscere cosi da evaderle con intelligenza. 

Come promesso In questo articolo capiremo perché l'immagine in foto donata gratuitamente al comune di Catania  e ideata dal creativo Milko Vallone non può essere considerata un marchio! Non voglio addentrarmi nella simbologia e nella storia della città ma mi limiterò ad elencare quei capisaldi che rendono tale un logo. 
Un buon marchio deve essere innanzitutto: leggibile, fruibile, funzionale, articolato, gerarchizzato. Infine se sarà esteticamente piacevole o bello con tutta l'ambiguità del termine avrà rispettato tutti i principi che lo rendono tale.  L'immagine in questione della città di Catania non soddisfa pienamente nemmeno uno di questi punti sopracitati. Vediamo insieme in dettaglio cosa significano questi appellativi e se il sedicente "logo" li rispetta.

Leggibile. Il contenuto del marchio quale il testo e il visual devono essere chiari, diretti, comprensibili a una data distanza. Più il marchio sarà visibile in lontananza, più sarà stato progettato sapientemente. Il marchio dovrà essere riducibile ovvero potrà essere rimpicciolito notevolmente e mantenere la sua leggibilità. Ora secondo l'ideatore e il sindaco che ha approvato questa creazione promuovendola come marchio turistico l'immagine raffigurerebbe un vulcano, ma già a prima vista si fatica a capire l'idea creativa, figuriamoci in piccolo!? Il marchio non è leggibile.

La fruibilità è data dalla sua declinazione, dalla capacità di essere versatile. Quando si progetta un marchio si deve pensare a tutte le sue applicazioni. Biglietto da visita, carta intestata, cartelline, buste e brochure sono le più comuni declinazioni . Essendo il marchio in questione turistico non si può fare a meno di pensarlo stampato su una t shirt, su un cappello oppure riprodotto sotto forma di portachiavi o di badge o perché no su un bicchiere.  Il marchio non è riproducibile.

Funzionale è l'aggettivo che preferisco. Il marchio deve funzionare ed essendo portavoce di concetti comunicare prima di essere bello. 
Un marchio non è un quadro da ammirare, ma un simbolo, un segno accattivante da ricordare anche molto facilmente. 
Il nostro cervello riceve moltissimi stimoli visivi ogni giorno. E un marchio essendo un insieme di informazioni connotate in un segno, dovrà essere ricordato tra quei miliardi di stimoli. Per tale motivo si preferiscono quei marchi originali puliti e immediati senza troppi fronzoli. Sembra che l'idea del vulcano sia già stata realizzata da Glaser autore del marchio I love NY per un progetto del comune di Napoli.
Il marchio non funziona. L'idea non è originale e rischia creando confusione di ricordare la città di Napoli favorendo il turismo campano piuttosto che quello siciliano! 

Gli ultimi due aggettivi sono facilmente intercambiabili. Qualsiasi tipo di marchio anche il più gestuale ha una struttura sulla quale è disegnato formata da linee di costruzione. Per gerarchizzazione si intende l'importanza che si vuole dare all'icona quanto al contenuto testuale. Nel nostro caso la parola Catania sembra avere la stessa dimensione quindi importanza dell'icona vulcano. La gerarchia è inesistente.       

Questi sono i motivi per i quali la nuova immagine ideata per la città di Catania non può essere considerata un marchio!

Valerio Barba 

Degustazioni a corte 2015

Ho il piacere di condividere il progetto grafico dei biglietti e del manifesto realizzato per gli amici di Degustazione a corte, seconda manifestazione enologica con seminario -degustativo e molto altro, organizzata in collaborazione con la Fisar Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori nel centro storico di Roviano (paese in provincia Roma ospitante l'evento).  












Il progetto grafico è di Valerio Barba. V come vino, come vite, come vita. I sei cerchi rappresentano il grappolo dell'uva idealmente nato dal ramo della lettera. Nella parola Roviano (paese ospitante la manifestazione) è chiaro il gioco di parole Roviano e Vino leggibile in magenta con la variante "corsiva" del carattere. 
Il visual è stato usato anche come marchio dell'evento. I colori magenta e lillà richiamano le cromie de vino e dell'uva. 





































Degustazioni a corte di Valerio Barba. Creativo, blogger, progettista grafico, amante dell'arte e del design, studia e progetta campagne pubblicitarie, disegna caratteri tipografici, sperimenta tecniche artigianali, progetta marchi e identità visive.

Emblema Repubblica Italiana


La stella bianca a cinque punte, detta anche Stella d'Italia, è stata la tradizionale rappresentazione simbolica dell'Italia sin dall'epoca risorgimentale e rimanda alla tradizionale iconografia che vuole l'Italia, rappresentata come un'avvenente donna, cinta di corona turrita (Italia turrita) e sovrastata da un astro luminoso (cfr. Iconologia, di Cesare Ripa, sec. XVI); nell'emblema repubblicano essa è sovrapposta a una ruota dentata d'acciaio, simbolo del lavoro su cui si basa la Repubblica (Articolo 1 della Costituzione italiana) e del progresso. L'insieme è racchiuso da un ramo di quercia, che simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano, e da uno di olivo, che rappresenta la volontà di pace della nazione.  Non si può definire stemma in quanto è privo dello scudo, che ne costituisce una parte essenziale secondo la definizione araldica (al contrario di altre decorazioni quali ad esempio corone, elmi o fronde). Per questo risulta più corretto riferirvisi con il termine di emblema della Repubblica Italiana.
Wikipedia

L'emblema della repubblica italiana è a tutti gli effetti un marchio istituzionale.  Il marchio nasce nel 1948 in seguito a un concorso pubblico nel quale risultò vincitore Paolo Paschetto, la cui proposta venne però ampiamente rivisitata dalla Commissione. Nel 1987 il Presidente del Consiglio Bettino Craxi lanciò un nuovo concorso nazionale volto a rinnovare o ridisegnare l'emblema della Repubblica. La Commissione incaricata ricevette 239 proposte, ma nessuna di esse venne ritenuta soddisfacente. 
A distanza di 28 anni presento la mia personale rivisitazione.

di Valerio Barba, creativo, progettista grafico, amante dell'arte e del design, progetta marchi e immagini coordinate, restyling e redesign marchi esistenti!