Barba Valerio
Molte persone pensano che esista la bellezza in assoluto e sostengono accanitamente che una certa cosa è bella e un’altra brutta. Si arrabbiano quando uno non capisce quello che intendono dire o mostrare e sono convinte che l’opera d’arte sia soprattutto bellezza spirituale. A parte il fatto che oggi l’arte pura non ha più legame con questo tipo di bellezza assoluta e che oggi si può fare l’arte con qualunque cosa in qualunque modo: il problema della bellezza va esaminato in relazione al codice che lo ha generato. E’ facile capire che ogni tipo di civiltà ha la sua bellezza; nelle scuole elementari si impara che esiste un tipo di bellezza liberty. Se si allarga l’indagine anche in senso geografico, se si guarda al di fuori di casa nostra, in altri paesi del mondo, si può scoprire che esiste una bellezza di tipo cinese, una di tipo indiano, una di tipo polinesiano e cosi via.
La confusione nasce quando, invece della conoscenza tra i vari tipi di bellezza, si instaura la competizione tra questi aspetti e ci si domanda. È piu bella la bellezza cinese o peruviana? Uno può dire: a me piace piu la bellezza cinese. Ma questo è un problema soggettivo che lascia il problema cosi come lo si è trovato.
La bellezza nasce quindi da vari tipi di codici estetici i quali mutano secondo la civiltà dei popoli. Ogni codice ha un suo tipo di bellezza e possiamo anche dire che per ogni momento per ogni problema per ogni caso c’è un tipo di bellezza diversa. Ecco che in questo modo noi siamo divenuti conoscitori di molti tipi di bellezza e li possiamo capire tutti. Mentre con il principio della bellezza unica assoluta universale noi non facciamo altro che limitare il nostro orizzonte. Il designer quando progetta qualcosa, non si preoccupa di fare una cosa bella, ma si preoccupa che la forma sia coerente con la funzione, compresa quella psicologica (oltre alla funzione pratica) che al tempo della prima Bauhaus non era considerata. Si preoccupa che ci sia una coerenza formale, regola inventabile apposta , se occorre, per cui il tutto risulti logico e armonico, avendo le parti che lo formano, un rapporto dimensionale, materico, dinamico strutturale. Questo tipo di coerenza formale o estetica della logica si trova anche in natura nelle forme spontanee ed economiche: quelle forme autogenerantesi che hanno un minimo essenziale di struttura come l'uovo, la nervatura di una foglia, la distribuzione dei semi nel girasole, la spirale crescente di una conchiglia e via dicendo. Non è vero quindi che, quando una cosa è bella, questa qualità venga capita anche da una persona senza cultura.
di Bruno Munari tratto da Artista e designer 1971
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