Analisi e commento
La qualità dei marchi di organismi politici è notoriamente scarsa. Possiamo costatarlo ora più che mai. I nostri cartelloni pubblicitari si riempiono infatti di artefatti visivi più o meno improbabili. I simboli partitici sono il primo sintomo di questa discussione sulla mancanza di gusto e di competenze. Sono sono il vero fulcro della campagna elettorale e saranno oggetto all'interno della cabina elettorale della preferenza da parte del cittadino. Quelli che analizzerò dal punto di vista grafico sono tre e mancano di qualità come di idea creativa. Dopo l'analisi nel prossimo articolo inserirò la mia proposta di re-design per svecchiare un po' l'immagine cercando di non stravolgere il marchio ma di perfezionarlo mantenendo le peculiarità e le esigenze del partito. I simboli presi in oggetto sono quelli dei più popolari partiti politici italiani. Forza Italia, Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle.
Il noto simbolo di Forza Italia è un cerchio dal sottile perimetro blu colore caro al leader di FI, Silvio Berlusconi con inscritto il tricolore italiano che accenna lo sventolare e all'interno il nome del partito maiuscolo e leggermente inclinato in bianco. Sotto la bandiera il nome Berlusconi in maiuscolo sinonimo di importanza all'interno del partito "padronale" (ben evidente in blu stesso colore del perimetro). Quello che subito salta agli occhi di un progettista è la totale assenza di armonia e spazio vitale tra gli elementi inseriti più o meno caoticamente. L'idea creativa alla base del simbolo è minima: il tricolore della bandiera che rafforza il nome del partito guidato dal Berlusconi in blu come a richiamare il colore della nazionale di calcio. Idea poco originale e ormai risalente al 1994. Gli elementi non hanno un area di rispetto e sono tutti molto vicini sfiorandosi e urtandosi. E' come se il marchio fosse pensato prima inscritto in un quadrato e poi inserito nel cerchio. La scelta dei font lascia a desiderare.
Per il Partito Democratico il discorso è ben diverso poiché la progettazione è più recente ma il risultato è lo stesso insufficiente. Qui il perimetro sottile è nero. Sembra che il cerchio anche qui come in tutti i simboli sia messo come ultimo elemento privo di significato come se fosse una forzatura. In effetti i simboli per legge devono essere iscritti in un cerchio ma nulla vieta rendere il cerchio parte dell'idea insita nella progettazione. Qui le idee sono più di una. Il celebre monogramma, il tricolore e la pianticella di ulivo simbolo di storia del partito. L'ideatore de marchio qui ha saputo giocare con il completamento modale uno dei concetti cari alla percezione visiva come del resto in maniera diversa nel simbolo di FI. L'occhio umano vedendo il testo in negativo è portato a completare e quindi a leggere il nome o la lettera. In questo caso la D. Anche qui manca armonia ma gli elementi sono inseriti meno vicini. Non c'è il nome del leader ma quello del partito in minuscolo con le iniziali maiuscole le stesse del monogramma forse per esprimere l'idea di partito non personale. Anche qui è come se il marchio fosse pensato prima inscritto in un quadrato e poi inserito nel cerchio. Mi fa pensare che durante la progettazione iniziale non si è pensato ad una applicazione e declinazione sulla scheda elettorale e quindi si è stati costretti poi ad iscriverlo. I colori sono banalmente quelli del tricolore come in FI e la font sembra essere scelta più accuratamente del primo ma sempre incoerentemente con il monogramma.
Il Movimento cinque stelle è il più nuovo dei tre. Ma nonostante la novità pecca anche lui di scarsa qualità. All'interno del suo simbolo ha il nome del portale in internet beppegrillo.it che segue la curva del perimetro rosso del cerchio a formare uno smile. Scelta senza senzo che non esprime nulla a livello significativo (forse che il M5S è un partito che sorride?!?) incoerentemente con l'idea creativa del simbolo e del movimento partito che sono le cinque stelle e la V di Movimento. Ogni stella a detta dei candidati raffigurerebbe un' idea. Acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività, ambiente. I quali concetti non sono espressi dal simbolo. Il concetto di movimento ben evidente non è insito nell'ideazione del disegno. Non c'è nessun elemento che faccia pensare che il M5S sia un movimento partecipato dal basso. Agli occhi salta la lettera V del movimento in rosso rispetto il testo in nero ombrato scelta incomprensibile. Diciamo che il simbolo del M5S è il più caotico di tutti a livello concettuale. La massima di poche cose dette bene non fa al caso suo.
In generale tutti e tre gli ideatori dei marchi hanno agito senza avere competenze grafiche e non sapendo che la grafica è prima di tutto comunicazione visiva. Ogni elemento deve essere connotato con gli altri coerentemente con l'idea creativa. Sembra che il tutto sia fatto in maniera approssimativa e manchi poco rinnovamento. Se è vero che il marchio è portavoce dello stato di essere dell'organismo politico non mi stupisce affatto la totale deriva in cui si trovano gli attuali partiti.
di Valerio Barba, creativo, progettista grafico, amante dell'arte e del design, progetta marchi e immagini coordinate, restyling e redesign marchi già esistenti!
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